La nuova frontiera del "popolo delle partite IVA" riguarda i cosiddetti FREE-LANCE, ossia quei lavoratori autonomi che collaborando con le aziende, sono costretti, da queste, ad aprire una partita IVA per conservare o ottenere rapporti lavorativi. Il vantaggio che le aziende conseguono, grazie a questo escamotage, è quello di non dover sostenere altri oneri oltre al semplice costo del lavoratore, infatti l'IVA versata verrà successivamente scaricata. Per non penalizzare questa categoria il legislatore, supportato dalla legge finanziaria del 2008 del governo Prodi che introdusse il REGIME DEI CONTRIBUENTI MINIMI, ha introdotto agevolazioni e semplificazioni riguardanti determinate fasce di reddito.
Tutte le persone fisiche (siano esse imprese individuali o professionisti) che:
Nell'anno precedente:
Nel triennio precedente non hanno effettuato acquisti di beni strumentali per un ammontare superiore a 15.000 euro (per quelli utilizzati soltanto in parte nell'ambito dell'attività di impresa o di lavoro autonomo si considera un valore pari al 50% dei relativi corrispettivi)
Iniziano l'attività e presumono di possedere i requisiti dei punti 1) e 2). Il limite dei 30.000 euro di ricavi deve essere rapportato all'anno (ad esempio per una nuova attività che inizia il 1°luglio il limite è di 15.000 euro, cioè i 6/12 di 30.000).
Il regime NON si applica, oltre a chi non ha i requisiti prima citati, a:
L'esonero dagli obblighi di registrazione e di tenuta delle scritture contabili. Restano obbligatorie solo: